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giovedì 5 settembre 2013

Broken heart for a motorbike

Oggi sono andata dal fisiatra. Fino a 10 giorni fa non sapevo neanche di preciso cosa significasse questa parola : è quello che stabilisce di che fisioterapia una persona può aver bisogno e la prescrive. Confesso la mia ignoranza : pensavo che questa cosa la facessero i fisioterapisti.

Tant'è : anche oggi ho imparato una cosa nuova.

Quello che mi è stato detto dopo avermi schiacciato ogni dolente muscolo contratto della mia schiena (e posso assicurare non è stato divertente) è che ho nuca, schiena e spalla contratta e che devo fare un sacco di fisioterapia.

Ed alla mia fatidica domanda che fa ridere tutti (e non riesco a capire il perchè) mi è stato detto che sicuramente fino almeno al 20 di settembre la moto non se ne parla neppure. E questo mi deprime

Certo, ho avuto solo un colpo di frusta e non ho neppure un osso rotto. So che dovrei essere grata che questa brutta avventura dell'incidente si è conclusa con delle conseguenze veramente minime che guariranno lasciandomi solo un'aggravata situazione della mia cervicale  - ma neanche così tanto.

Sono al corrente che esistono miliardi di miliardi di situazioni peggiori, e di peggiori difficoltà. Ma stasera sono triste lo stesso e mi concedo questo sano egoistico lusso. Si cazzo una volta tanto sono triste per fatti miei, e se i fatti miei a confronto delle disgrazie del mondo sono poca cosa ho deciso di sbattermene sonoramente.

E' vero, sono una persona molto, molto fortunata. Sono (collo adesso a parte) una persona in salute, con genitori affettuosi, con un fidanzato dolcissimo come un zucchero all'ennesima potenza. Dispongo di un alloggio, mangio regolarmente ed ho un lavoro. Si, forse sto solo facendo un capriccio da ragazza viziata, ma confesso di avere il cuore spezzato.

Mio nonno andava in moto, mio padre pure e mio fratello in cotanta grazia faceva gare di motocross. Ma siccome io sono sempre stata quella imbranata il massimo a me concesso era un bellissimo scooter che amavo molto.

Poi, anni fa,  durante la mia ora ex-convivenza ho approcciato il mondo dei custom ed ho deciso di comune accordo con il ragazzo di allora di acquistare una moto. Essendo lui l'uomo abbiamo dedicato una parte dei risparmi per la sua patente, e per la moto che - essendo l'unico dei due patentato - guidava ed io facevo il passeggero o zavorrina che dir si voglia. Per la mia patente c'era sempre una qualche urgenza che faceva sì che potessimo attendere, un preventivo esoso dal dentista, un frigo rotto da cambiare... i soldi uscivano a dirotto ed io aspettavo.

Così un bel giorno, quando la convivenza è finita, io ero senza patente A e senza moto. E con dentro di me ancora quel desiderio costante che ti senti nel cuore ogni volta che vedi una bella strada di montagna, ogni volta che vedi un'altra  moto per strada, ogni volta che vedi la locandina di un motoraduno, ogni volta che vedi gruppi di motociclisti parcheggiare e scendendo dalle loro moto scuotersi di dosso i km e sorridere tra di loro.

Con le ossa rotte ho deciso di autoavverarmi il sogno. Ho messo da parte un po' di soldini mese dopo mese e mi sono iscritta a scuola guida. Mi sono confrontata con un istruttore maschilista e con un sistema di comunicazione terrificante, con vaghe reminescenze militaresche ed imbarazzanti che però mi ha preparato in modo impeccabile ed ho conseguito il risultato da me voluto al primo esame.

Dopodichè ho passato un altro anno a risparmiare ancora altri soldini e l'anno dopo, e cioè quest'anno, ho potuto comprare lei. Titti. Usata, con pochi km ma tanti anni, con un valore economico basso ma con un valore intrinseco per me importante. Perchè è la mia moto, perchè da quella niente e nessuno mi butterà più giù.

Passo alcune sciagure con delle incompetenti nelle assicurazioni, mi facevo 30 e 30 km solo per guidarla un po' dall'amico meccanico che me la teneva li intanto che a casa si liberava un posto per metterla in garage, e così mi abituavo a lei. Poi arriviamo a casa e lei si rompe, mi lascia a piedi 2 o 3 volte in giro nelle vicinanze e poi devo spendere un sacco di soldi per aggiustarla. Ma lo faccio perchè anche se mi fa paura io voglio andare in modo, voglio seguire il mio piccolo sogno di una ragazza qualunque che vuole farsi un giro in moto.

La sera, appena possibile, la guidavo; nei ritagli di tempo, per non far mancare niente a nessuno, alla famiglia, al corso di aquagym, al fidanzato che la moto non ce l'ha, alle amiche.... Sono state tutte scelte mie e sinceramente le trovo anche giuste. L'ho guidata quando potevo, rubando scampoli di tempo al mio tempo di normale ragazza qualunque.

Avendo Ammorebello  solo 15 giorni di ferie li ho ovviamente trascorsi con lui e anche di questo ne sono felice.

E giungiamo a noi, a 10 giorni fa circa, quando sapevo che di li a due giorni Ammorebellobellissimo avrebbe ricominciato a lavorare e quindi io, essendo ancora in ferie, avrei potuto guidare un po' la mia moto con un meteo persino ottimale, fatto di giornate con pochi rari momenti di pioggia ma senza quel caldo afoso che ti rende il giubbino di pelle ed i pantaloni lunghi quasi insopportabili anche se vai. Avevo già pianificato i miei giretti mattutini, che ti svegli, fai colazione e te ne vai a bere un caffè dove vuoi, assaporando il gusto amarognolo del caffè misto alla soddisfazione di andare con la tua motoretta.

E così quando ho sentito il collo irrigidirsi dopo il tamponamento, non volevo crederci. Sapevo benissimo che cosa mi stava succedendo e mi rivedo come una stupida implorare il medico al pronto soccorso di non mettermi il collare. Perchè sapevo che era necessario, sapevo che avevo subito un colpo di frusta, ma non volevo credere che non avrei potuto salire in moto, che di nuovo un altro fermo mi avrebbe impedito di guidare per giorni e negando il collare speravo di negare la situazione, come se potesse sparire da sola.

Certo, poi, una volta guarita, potrò riprendere. Ma intanto settembre se ne sarà andato e non mi resta che sperare che ottobre sia clemente, altrimenti non avrò modo di guidare granchè fino alla prossima primavera.

So che la mia tristezza può essere considerata uno schiaffo in faccia a chi sta male, uno schiaffo in faccia a chi piange a causa di queste sirene di ambulanza che lacerano il silenzio della sera mentre sto scrivendo; ma è quello che provo, e se offende qualcuno, non cambia il fatto che io, in tutta onesta sincerità, lo stia provando ed abbia deciso di esprimerlo in questo blog ora...e non so neppure io il perchè.

Forse sono una persona capricciosa e viziata, o forse sono solo una stupida ragazza normale che ha la passione della moto, anche se ancora non ha neppure imparato a guidarla decentemente ed in fondo non chiedevo altro se non poter cominciare a starci un po' in sella....

Buonanotte ansiolini ed ansioline.






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